Vacanza in solitaria: la mia esperienza (da persona timida)

Era da tanto che volevo fare una vacanza in solitaria (più per necessità che per reale desiderio di stare per i fatti miei), e quest’anno finalmente mi sono decisa.

Forse non lo sapete, ma sono una persona molto timida, a volte il disagio che mi investe è quasi patologico, ma va e viene a ondate, e non so mai se in una data circostanza sarò spigliata e simpatica o muta e con la tachicardia.

Ecco, durante questi dieci giorni a Levanzo sono stata entrambe le persone, e ho pensato che magari condividere questa esperienza potrebbe essere utile per chi vorrebbe partire da solo/a e ha bisogno di una spinta in più per farlo, ma anche di una rassicurazione: essere timidi e chiusi non è la fine del mondo – anche se non è nemmeno un carnevale di Rio.

La scelta della meta (e dell’alloggio)

Ho scelto di tornare a Levanzo perché è un posto speciale: lo scrivevo anche nell’articolo che ho pubblicato il mese scorso, è un’isola che sento a misura mia, dove non servono auto o biciclette, con un’atmosfera unica che ti fa subito sentire a casa. Ma soprattutto, è un posto che ormai un pochino (ino) conosco. So più o meno come muovermi, cosa si mangia nei vari posti, dove andare al mare se voglio un po’ di ombra.

Per me che soffro di ansia andare in un posto già noto era la scelta ideale per una prima vacanza, e probabilmente l’avrei fatto anche se avessi deciso di visitare una città. Non so se sono abbastanza coraggiosa da affrontare mete nuove in solitaria.

A Levanzo ho preso una casetta, dato che ho prenotato all’ultimo minuto ho preso quello che c’era senza fare troppe domande, e in effetti all’arrivo ho scoperto di non avere il frigo (e ovviamente nemmeno la cucina), cosa che mi ha un po’ messo in crisi all’inizio, dato che speravo di non dover cenare troppo spesso fuori, ma alla fine avere questa piccola sfida in più ha reso le mie giornate decisamente più interessanti. Mi ha spinto a uscire, a stare in mezzo alla gente, anche se in religioso silenzio (d’oh).

Ma non ti sei annoiata?

Lo dico spesso, non mi pesa la solitudine. Anche se ho una sorella e mille cugini, sono stata abituata sin da piccola a non stare sempre in mezzo alle persone e mi piace stare per i fatti miei, complice anche la mia timidezza.

Però devo ammettere che dopo qualche giorno di mare, aperitivi solitari e passeggiate al tramonto, ho sentito che mi pesava la mia incapacità di fare quattro chiacchiere con chiunque, il fatto di bloccarmi letteralmente se ce n’era la possibilità. Sentirmi sbagliata mi pesava più della solitudine in sé. Come se qualcuno si aspettasse da me qualcosa che non ero in grado di fare.

Foto storta!

Tra l’altro, non l’ho detto, il giorno dopo il mio arrivo ho trascorso 24 ore insieme alla mia amica Alessia. Ci siamo divertite (almeno, io sì!), penso di aver blaterato per quasi 24 ore ininterrottamente, e alla sua partenza la malinconia si è fatta sentire parecchio. Sarò anche un tipo solitario, però insieme alle mie amiche sto davvero bene.

Quindi sì, la possibilità di annoiarsi da soli c’è. Specialmente su un’isola piccolina. Ma se siete persone intraprendenti, che sanno organizzarsi bene (per esempio prenotando più escursioni e attività varie), le possibilità si riducono drasticamente. Se poi parlate anche con i sassi, che ve lo dico a fare? Sciò. Non è questo il post per voi!

Comunque non c’è solo noia in un viaggio da soli.

Foto di Alessia

C’è la libertà di fare quello che si vuole, mangiare ai propri orari, perdere tempo nei modi più disparati, spararsi ore di Olimpiadi sull’iPad senza che nessuno ti giudichi, fare lunghi riposini pomeridiani e uscire a mezzanotte a bere un gin tonic solo perché ne hai voglia. Prendere e andare a trovare i tuoi amici a Favignana in giornata.

Questa libertà è la cosa che mi è piaciuta di più, una sensazione quasi nuova che vale davvero la pena provare.

Conoscere persone in viaggio

La mia vacanza però è cambiata completamente quando sull’isola sono arrivati Alessandra e Gennaro.

Alessandra mi aveva scritto su Instagram per chiedermi delle dritte su Levanzo (spoiler: non sono stata d’aiuto manco per niente) e quando lei e Gennaro sono arrivati ci siamo visti per una birra. Non vi nascondo, come non l’ho nascosto nemmeno a lei, che conoscere dal vivo qualcuno di cui non so molto è una cosa che nella vita mi ha quasi sempre messo a disagio per i motivi di cui sopra (timidezza pazza eccetera eccetera).

Foto di Gennaro

Per fortuna sto scardinando anche queste piccole paure inutili e ho avuto la possibilità di conoscere due persone meravigliose, che mi hanno messo a mio agio immediatamente, coinvolgendomi tra l’altro in una cosa che da sola non avrei mai fatto (vedi che scema), la cena in un home restaurant con altre persone sconosciute.

Ecco, occasioni come queste vanno prese al volo. Giri in barca, escursioni, visite guidate, cene “social”, sono il modo migliore per conoscere qualcuno in un contesto amichevole e carino.

A cena da Tommaso, oltre ad aver mangiato benissimo dopo giorni di soli panini, arancine, patatine e frutta, ho conosciuto altre persone simpaticissime. Gino e Silvia da Roma, le mie vicine di casa di Levanzo (che ancora non avevo mai incrociato), Zaira e Claudia, palermitane come me. Poi Alberto e Giulia, che ci hanno raccontato di come la loro mamma è approdata in vacanza a Levanzo da Varese quando era adolescente e non l’ha praticamente più lasciata.

Partire da soli, tornare in gruppo

In questo contesto ho quasi dimenticato di essere una persona timida, ed è stato bello fare immediatamente amicizia con persone nuove, andare al mare e a cena insieme, scattare mille foto e scambiarsi consigli (principalmente legati al cibo: cosa mangiare assolutamente a Roma, a Palermo, a Napoli).

Zaira

Mentre capisco che per molte persone che viaggiano da sole fare amicizia è la prassi, per me non era assolutamente scontato, ma sono felice che il mio viaggio sia terminato così.

Sarà questo il primo di una serie di viaggi in solitaria? Può essere. Intanto vado ad affogare nella malinconia di questa fine estate, se avete domande io sono sempre qui (o su Instagram).

4 Comments
  • Pretty in Mad
    Posted at 08:47h, 29 Agosto Rispondi

    Ciao Elena, che bello questo tuo post!
    Ho deciso di commentare qui come facevamo una volta perché questa vecchia abitudine dei blog mi manca.
    Ti invidio molto il coraggio di essere andata da sola, io parlo anche con i sassi e non avrei problemi a fare amicizia, quello che mi blocca è IL VIAGGIO. Io mi cago sotto anche solo a prendere un treno da sola (e non parliamo del guidare in autostrada per carità) e lo so che è una roba stupida, ma è molto limitante. Spero di riuscire a vincere le mie paure come hai fatto tu!
    Erika

  • gliuppina
    Posted at 10:42h, 29 Agosto Rispondi

    Ciao Erika, grazie di aver commentato qui <3
    Ecco vedi, io non so cosa darei per parlare anche con i sassi! Viaggiare da sola non mi fa impazzire ma con il tempo (e la necessità) mi sono quasi abituata, ma ho sempre chili e chili di ansia che sfogo arrivando ovunque con cento ore di anticipo o con la tachicardia.
    Spero davvero che ci riuscirai (magari con meno ansia di me), è una bella sensazione :* ti abbraccio!

  • Alessia
    Posted at 16:59h, 29 Agosto Rispondi

    E anche per me è stato bellissimo ritrovarci, la nostra notte semi-giovane, lo snorkeling con foto appannate e soprattutto le nostre infinite chiacchiere che poi si sa, i disagi condivisi sono sempre un po’ meno disagi. Alla prossima ❤️

  • gliuppina
    Posted at 11:07h, 30 Agosto Rispondi

    Le foto appannate sicuramente il ricordo indelebile più bello, secondo forse solo al tavolo “Il castigo 2”. Ora mi toccherà venire ad ammorbarti tra le montagne, lo dico sempre e prima o poi lo faròòòò!

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