Parliamo tanto di rossetti, lip gloss e trattamenti labbra ma quasi mai, su questi lidi, ci siamo soffermati a parlare della cura dei denti. L’ultimo post risale al Mesozoico, ma da quando ho (ri)messo l’apparecchio ho pensato tante volte a scrivere qualcosa sulla mia dentatura, senza – chiaramente – toccare da vicino discorsi medici ma rimanendo un po’ sulla mia esperienza personale.
Quando, tre anni fa, ho deciso di fare un salto negli anni Novanta rimettendomi l’apparecchio (mascherine trasparenti, quindi in teoria meno fastidiose del filo di metallo) ho cercato in rete consigli ed esperienze personali ma ho trovato solamente dei forum dell’anteguerra (anche quelli un po’ anni Novanta) non molto aggiornati. Cercavo qualcuno che mi dicesse effettivamente come comportarmi, ma nulla. Quindi eccomi. Se può esservi utile, vi racconto cosa mi ha aiutato in questi anni e come si sopravvive da adulti con l’apparecchio.
I primi giorni con l’apparecchio
Anche se le mascherine dopo qualche uso sono facilissime da indossare e togliere, i primi giorni sono delle tenaglie. Mi ricordo interi minuti passati nel bagno dell’ufficio a cercare di togliere quell’arnese del demonio col solo scopo di fare uno spuntino pomeridiano. Ricordo anche il dolore ai denti, alla testa, inevitabile quando si mette per la prima volta un apparecchio. Poi passa: bisogna tenere duro, i primi giorni. Pensate sempre che ne varrà la pena.
Come si fa quando si è in giro?
Se avete le mascherine trasparenti e al supermercato vi porgono un assaggio di salame, è probabile che dovrete declinare gentilmente. Mi è capitato di dire “ho l’apparecchio” e di non essere creduta, perché effettivamente non si vede, ma amen. In tutti gli altri casi, se l’apparecchio è diventato facile da togliere basta farlo senza farsi notare, ma prima di rimetterlo sarà meglio lavarsi i denti in bagno. Sì, suona come una grande rottura di scatole, ma dopo un po’ ci si fa l’abitudine.
L’importante è essere organizzati: sul mercato ci sono tanti set da viaggio per l’igiene orale, anche io li uso e sono diventati i miei migliori amici. Il mio consiglio è di scegliere quelli smontabili ma con una testina dalla grandezza normale per lavare i denti, e di riservare quelli con la testina più piccola per spazzolare le mascherine.
Io mettevo il porta apparecchio, lo spazzolino e il dentifricio in una bustina di Nabla, così da non bagnare la borsa o il suo contenuto, e poi la sera la facevo asciugare in bagno. A volte portavo anche un mini-asciugamano (mi è capitato di lavarmi i denti nel parcheggio del castello di Tintagel con una bottiglietta d’acqua, quindi sì, ci vuole un po’ di organizzazione).
Lo spazzolino elettrico: la mia salvezza
Quando si porta l’apparecchio è importantisssssssimo (e metto svariate S di proposito) pulire bene i denti. E diciamolo una volta per tutte: è una rottura di scatole stare lì a shakerare lo spazzolino manuale, la vita mi passa davanti ma sono passati solo ventidue secondi. Troppo poco. Per cui sì, il mio consiglio è di passare al lato elettrico della forza.
Perché effettivamente puliscono meglio, hanno quasi sempre un timer che vi dice quando smettere di spazzolare, sono funzionali. Se poi, come me, soffrite di afte e infiammazioni varie, gli spazzolini elettrici sono una manna dal cielo perché ne riducono l’insorgenza (almeno, per me è stato così). E quando portate un apparecchio, fidatevi, questi fastidi tendono ad aumentare.
Io lo uso due volte al giorno, alternandolo al manuale in quei momenti di fretta cosmica in cui mi serve solo una rapida spazzolata o quando sono in giro.
In commercio ne trovate tanti – anche Philips ha fatto la sua linea super tecnologica (hanno realizzato uno spazzolino elettrico con tecnologia sonica) – ma sappiate che acquistare uno spazzolino elettrico sarà un ottimo investimento, a prescindere dall’avere o meno l’apparecchio. Ricordatevi solo di cambiare le testine ogni 3 mesi.
Ne vale la pena?
Tre anni sono un lungo periodo, ma io ormai porto l’apparecchio solo la notte e ogni tanto qualche ora al mattino o al pomeriggio. Il trattamento “intensivo” è durato quasi due anni, poi ho cominciato a metterlo sempre meno, e anche se all’inizio è stato uno shock, ci si abitua presto a tutto.
Il trucco è organizzarsi, avere sempre dietro quello che serve, ma anche fregarsene una volta ogni tanto. Io bevevo la birra con l’apparecchio (il tè, il caffè e le tisane ovviamente NO!) e confesso di avere provato a mangiare qualche caramella gommosa (si può essere più deficienti? non credo).
Per me sì, ne è valsa la pena. La mia “dentiera”, come ho affettuosamente chiamato il mio apparecchio in pubblico, è stato un sacrificio sotto molti punti di vista, ma lo rifarei senza pensarci. Certo, il filo metallico è molto più rapido, ma dopo esserci passata in prima media non credo riuscirei a intraprendere quel tipo di percorso, ma è un problema mio – lo so!
E voi? Avete mai messo l’apparecchio? Come curate la vostra dentatura? Per aneddoti vari ed eventuali io sono qui.
Post in collaborazione con Philips
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