Quest’anno io e Andrea siamo partiti per un viaggio on the road in Cornovaglia e Devon: le cose da raccontare sono tantissime e oggi proverò a sintetizzare il più possibile raccontandovi il nostro itinerario. Ho inserito anche dei piccoli consigli su dove dormire o mangiare, nel caso steste pianificando un viaggio simile. Spero vi sia utile!
Siamo partiti da Palermo con un ottimo volo Ryanair diretto a Londra, in ritardo come tutti i santissimi voli serali che mi càpita di prendere. Dopo due notti a Londra (che meriterà come sempre un post a parte) siamo andati in treno a Bath, la nostra prima meta.
Prima del Devon e della Cornovaglia: Bath, Somerset
Chi non conosce Bath? Famosa per le terme romane, è un adorabile patrimonio dell’umanità. Come se non bastasse è anche piena di bei negozi, ma per mia (s)fortuna non abbiamo avuto il tempo di fare shopping. A Bath abbiamo avuto il nostro primo assaggio di un vero agosto inglese: pioggia e 17 gradi ci hanno reso l’oggetto di invidia di amici e parenti stroncati dallo scirocco palermitano.
Foto di Andrea
Siamo arrivati a Bath in treno da Londra e abbiamo affittato l’auto il giorno successivo. Prima di svignarcela, ovviamente, abbiamo visitato le Terme Romane – con un’audioguida prolissa che raccontava anche la storia del frammento microscopico trovato per caso dietro il museo – e fatto un giro a piedi per la città. Io c’ero stata nei primi anni Duemila durante un viaggio studio ma non ricordavo praticamente niente: vale la pena visitarla!
Foto utilissima dell’audioguida prolissa alle Terme Romane.
Consigli per il pranzo: Same Same but Different, un posto carino, semplice ma buono. A cena invece abbiamo mangiato al The Raven. Pie inglesi niente male e atmosfera da pub, che noi adoriamo. Forse è un posto per turisti ma chissene.
Per dormire: Bath era al completo così abbiamo optato per una stanza al college (si trova su Booking!). La nostra aveva il bagno in camera e non mancava niente (asciugamani, saponi vari, colazione), per una notte va più che bene. Ovviamente sono molto spartane, se siete stati in uno studentato sapete di cosa parlo.
Una “piccola” deviazione: Highclere Castle, la casa di Downton Abbey
Non era previsto nel nostro itinerario, ma non ho resistito e da Bath ho costretto il povero Andrea a guidare (per la prima volta con la guida a sinistra!) fino ad Highclere Castle, la residenza in cui hanno girato la serie Downton Abbey (che io avevo interrotto brutalmente alla terza stagione e che adesso sto finendo di vedere).
Su internet avevo letto che bisognava svegliarsi all’alba, presentarsi dietro la porta al sorgere del sole e sperare che ti facessero entrare. In realtà basta andare lì e comprare il biglietto (15£). Fine. Ovviamente quando siamo andati noi pioveva a fontana, c’era un vento incredibile e un discreto freddo.
Dentro è proibito fare fotografie, ma posso dirvi che è esattamente come nella serie tv: stupenda! L’emozione di scendere la scala di legno o riconoscere le stanze da letto è impagabile, se amate questo telefilm vi consiglio di andarci.
Sembro un oscuro Sith che non vede l’ora di prendere possesso dell’universo (cominciando dalle campagne inglesi). Lode all’impermeabile di Primark, ottimo.
L’avo degli attuali padroni di casa, che presumo siano dei ricconi inglesi, ha contribuito alla spedizione che portò alla scoperta della tomba di Tutankhamon: per questo motivo all’interno della casa c’è un piccolo museo di reperti egizi che però non abbiamo avuto il tempo di visitare. Il biglietto si paga a parte, ma se amate l’archeologia egizia credo sia da non perdere.
Bagnati fradici, dopo la visita ci siamo messi in viaggio per la prima tappa del Devon: Clovelly.
Clovelly: finalmente il Devon!
Non vi disturba sapere che Clovelly si pronuncia Clivly? Pronunce a parte, questo paesino è minuscolo ma forse il più bello che abbiamo visitato. Per raggiungerlo si lascia la macchina in un parcheggio e si prosegue a piedi, per una discesa ripida che metterà alla prova le vostre ginocchia (e il vostro fiatone al ritorno).
Non lo consiglio ai deboli di cuore (letteralmente), ma è semplicemente adorabile: la baia con le barche e il verde attorno rendono questo posto un luogo magnifico.
Consigli per la cena: credo esista solo un’opzione, la cucina del The Red Lion Hotel. Potrei sbagliarmi, ovviamente, comunque il posto serve cibo inglese (con specialità di pesce) e ha una splendida vista sulla baia. Non è eccellente ma si può fare.
Che faccia sbattuta. Sono proprio in forma!
Consigli per dormire: The Old Smithy Bed & Breakfast. Un posto molto carino, pulito e con proprietari molto gentili. La tv aveva anche Netflix, whoo!
L’arrivo in Cornovaglia: Falmouth
Forse la cittadina che ci è piaciuta di più in Cornovaglia è proprio Falmouth, la prima che abbiamo visto. Ci siamo stati per cena dato che il nostro b&b era lì vicino, e l’atmosfera da cittadina di mare è molto piacevole. Non so se ci sia qualcosa da visitare – quel giorno siamo stati alla Feadon Farm a conoscere le volpine! (ve lo racconto nel prossimo post) – ma in ogni caso vale la pena fare una passeggiata tra le sue stradine e poi giù fino al porto.
(S)consigli per la cena: Jacobs Ladder Inn. Bella atmosfera per giovinastri, io non sono riuscita a mangiare il mio hamburger. Peccato.
Consigli per dormire: Rosmerryn Bed and Breakfast. La nostra stanza era pulitissima e grande, ma la cosa migliore è stato il Cornish Cream Tea che Cathy, la proprietaria, ci ha offerto al nostro arrivo, gettandoci nella spirale della dipendenza da scones con la clotted cream (ci sono droghe meno pericolose di questa là fuori).
Paesaggi stupendi: The Lizard e Kynance Cove
La bellezza della Cornovaglia sta soprattutto nel suo coniugare mare e campagna, rocce altissime e acque cristalline: un peccato che nei giorni in cui c’eravamo noi ci fosse brutto tempo, perché sia The Lizard che Kynance Cove sono due posti meravigliosi.
Per fortuna di professione non faccio la fescion blogger.
The Lizard (o Capo Lizard) è la penisola più a sud della Gran Bretagna, e noi l’abbiamo raggiunta in auto, lasciando la macchina in un piccolo parcheggio (da non confondere con quello vicino al Faro, che ha un prezzo esorbitante per tutta la giornata). Da lì siamo scesi fino alla spiaggia e poi, sempre a piedi, fino al Faro.
Subito dopo siamo stati a Kynance Cove (anche lì c’è un grande parcheggio sorvegliato), con due sentieri per raggiungere la spiaggia: uno più pianeggiante e uno con dei gradini, un po’ più ripido (ma assolutamente fattibile). Stupendo anche questo paesaggio, se non avesse piovuto saremmo rimasti di più (sigh).
No, no, no: Penzance e St. Ives (e il fail di Mount St. Michael)
I motivi per cui due cittadine molto famose e consigliate da tutti ci abbiano lasciati del tutto delusi forse sono troppo soggettivi da elencare: ma Penzance ci è sembrata un po’ squallida, poco curata, mentre St. Ives – da cui forse io mi aspettavo fin troppo – era assediata dai turisti e non aveva niente di particolare che mi attirasse. Forse sarebbero da visitare con una bella giornata di sole: quel giorno pioveva e tutto, inevitabilmente, perde di fascino.
Sempre quel giorno abbiamo provato a raggiungere Mount St. Michael, la versione inglese di Mont Saint-Michel: purtroppo l’alta marea ha cominciato a salire proprio mentre attraversavamo la passerella, per cui – grondanti dalla pioggia – abbiamo fatto dietrofront. Fail.
Consigli per dormire: il magnifico Cadson Manor, che si trova a un’ora e mezza da St.Ives ma che abbiamo scelto perché era vicino alla tappa successiva (Eden Project e Tintagel). Una enorme casa di campagna inglese, elegante, con mobili d’epoca stupendi. Attorno ha un enorme parco e una fattoria. La colazione è stata sublime, non dico altro.
Eden Project: il Jurassic Park botanico
Quando il giorno dopo Andrea mi ha portato all’Eden Project non avevo la benché minima idea di cosa fosse. Poi siamo arrivati e PUF, due gigantesche serre a forma di palla sono comparse davanti ai miei occhi. In una c’è la foresta pluviale, nell’altra la macchia mediterranea. Vere. Con tanto di caldo afoso tropicale, ninfee, palme, banani e altre piante instagrammabili. Un’esperienza spettacolare che vi consiglio anche se – come me – fate morire le piante con la forza del pensiero.
Anche al di fuori delle serre il parco è stupendo, pieno di fiori e di cose da fare. Se avete dei figli (di qualsiasi età) si divertiranno un mondo. Noi siamo stati poco perché avevamo un programma serrato: andare a vedere le rovine di Tintagel.
Tintagel: il castello di Re Artù (forse)
Dopo l’Eden Project era il momento di tornare ai paesaggi della Cornovaglia: Tintagel ci ha accolto con un bel pomeriggio di sole e una piacevole salitina di millemila gradini per raggiungere le rovine di quello che dicunt fosse il Castello di Re Artù (cosa che non vuol dire praticamente nulla: parliamo semplicemente di reperti dell’Alto Medioevo).
Questa qui su è una foto di Andrea (fatta col suo cellulare)
Nel sito si trovano anche i resti di alcune fondamenta di case, ma se l’archeologia vi tedia non temete: quello che conta di più, forse, è il paesaggio spettacolare (e le vertigini di Andrea che non riusciva a farmi delle foto decenti per paura che cadessimo in un ipotetico vuoto).
Anche il paesino di Tintagel è molto grazioso, e troverete il più antico ufficio postale, un cottage del quattordicesimo secolo! (Inspiegabilmente non ho foto di questo edificio, sorvoliamo).
Il ritorno nel Devon (con un saluto agli asinelli)
Dopo Tintagel ci siamo rimessi in macchina per un’ora e mezza circa (forse un po’ di più: ma io ho dormito come un ghiro mentre Andrea guidava) e abbiamo raggiunto Spillers Farm, nell’East Devon. È un B&B con una splendida fattoria con tanto di laghetto con cigni, recinto di maialini amichevoli e pecorelle culone un po’ spaventate. Mi dispiace averci passato solo una notte perché è uno di quei luoghi in cui ci si può davvero godere la natura circostante e riposarsi come si deve. Inoltre è stato ristrutturato da poco ed è davvero bello anche dentro.
Il giorno dopo ci siamo messi in macchina verso Stonehenge, ma prima abbiamo fatto una tappa alla sede inglese del Rifugio degli Asinelli, il Donkey Sanctuary di Sidmouth. È semplicemente gigante! Preferisco quello italiano col suo bosco super romantico, ma se amate gli asini e vi trovate da quelle parti perché non fare un salto? La struttura è perfetta, con un bar ristorante molto curato e un bel negozio di souvenir. Come sempre, è il luogo perfetto se avete della prole al seguito.
Stonehenge e il ritorno a Londra
Dopo aver salutato gli asinelli siamo tornati verso Londra, con una tappa a Stonehenge.
C’è chi descrive questo posto come magico, mistico, emozionante, mentre noi eravamo circondati da turisti e bambini urlanti e non so, non l’ho trovato particolarmente suggestivo. In realtà eravamo anche di fretta e chiuderci in un pullman di turisti per raggiungere il sito non ha migliorato le cose: se avessi potuto avrei fatto il percorso a piedi in mezzo ai prati.
In ogni caso mi sono fatta fare da Andrea una foto turistica con una faccia scema, ecco.
Da Stonehenge siamo tornati a Londra in auto: gli ultimi due giorni e mezzo trascorsi lì sono stati per lo più di riposo e cazzeggio, ma ho anche per la capitale alcune cose da consigliarvi. Al prossimo post!
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Disclaimer: Nessuno mi ha pagato per viaggiare, che vita grama! L’itinerario è stato pianificato dal mio fidanzato Andrea e nessuno ci ha chiesto di parlare dei propri b&b o ristoranti. Quindi questo racconto è frutto della nostra esperienza personale e non implica alcuna sponsorizzazione.
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lenuccia
Posted at 14:57h, 05 SettembreMi piacciono molto questi tuoi post di viaggi: è come se viaggiassi un pochino anche io con la mia immaginazione! Quest’anno non mi posso lamentare: sono stata in diversi posti interessanti (compresa Londra, eravamo vicine!) con persone importanti della mia vita ed è stato molto bello.
gliuppina
Posted at 12:25h, 06 SettembreGrazie mille Lenuccia!
È bello sentire che anche tu sei stata in posti interessanti, per me viaggiare è davvero una boccata d’aria dopo un anno di lavoro. L’Inghilterra poi l’adoro, in tutte le sue forme! Spero che Londra ti sia piaciuta 🙂
lenuccia
Posted at 14:46h, 10 SettembreHo amato immensamente Londra! Non vedo l’ora di tornarci, c’è sempre così tanto da fare e da vedere (e anche da comprare, ma questo è un altro discorso). E’ stato bello anche tornare a Venezia, soprattutto perché ho potuto finalmente vedere la Biennale d’arte e il Guggenheim (stupendi). Viaggiare è (quasi) la cosa più bella al mondo.
Ilenia
Posted at 19:48h, 08 SettembreChe meraviglia! Non vedo l’ora di leggere gli altri post *_*
Beatrice
Posted at 09:41h, 10 SettembreEccomi. Visto che l’ho letto in equilibrio precario sul tram la prima volta, ero in debito di un commento.
Che meraviglia! Questo è letteralmente il viaggio dei miei sogni. *occhi a cuoricino* Andrea è il mio eroe per aver guidato dalla parte sbagliata della strada senza uccidervi o finire in un canale, sul serio.
Francamente il post è troppo corto. Scrivi una guida completa da 800 pagine per favore, serve a tutti e ti leggerei per ore <3
E poi adesso voglio il post su Londra, grazzzzie :*
Pigropanda
Posted at 18:03h, 10 SettembreSono una super fan dei tuoi racconti di viaggio, perché 1) vai in posto fichissimi, 2) mi fai scoprire posti dove DEVO andare (le serre!), 3) riesci a raccontarlo senza essere prolissa (non come me, e infatti ti invidio tantissimo).